A colloquio col conservatore

19 febbraio 2007
La solitudine, Signor José, dichiarò solennemente il conservatore, non è mai stata una buona compagnia, le grandi tristezze, le grandi tentazioni e i grandi errori sono quasi sempre il risultato dell'essere soli nella vita, senza un amico prudente a cui chiedere consiglio quando qualcosa ci turba più di quanto avviene normalmente tutti i giorni, Io, triste, quello che si dice rigorosamente essere triste, signore, non credo di esserlo, rispose il Signor José, la mia natura è forse un po' malinconica, ma questo non è un difetto, e quanto alle tentazioni, beh, bisogna dire che non mi ci fanno propendere né l'età né la situazione, in altri termini, non sono io a cercarle né loro cercano me, E gli errori, Si riferisce, signore, agli errori di lavoro, Mi riferisco agli errori in generale, gli errori di lavoro, prima o poi, il lavoro li ha fatti, il lavoro li risolve, Non ho mai fatto del male a nessuno, perlomeno in coscienza, è tutto quanto le posso dire, Ed errori contro se stessi, Devo averne commessi molti, e forse è proprio questo il motivo per cui mi trovo da solo, Per commettere altri errori, Solo quelli della solitudine, signore.
José Saramago, Tutti i nomi

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