Dialogo tra giosuè e il signore

12 maggio 2010
Eccomi, signore, fammi sapere la tua volontà, Suppongo che l’idea che ti è nata nella testa, disse il signore che stava nell’arca, è quella di chiedermi di fermare il sole, Infatti, signore, perché non sfugga nessun amorreo, Non posso fare ciò che mi chiedi. Un subitaneo stupore fece aprire la bocca a giosuè, Non puoi far fermare il sole, domandò, e la voce gli tremava perché credeva di pronunciare, proprio lui, una terribile eresia, Non posso far fermare il sole perché è già fermo, lo è sempre stato da quando l’ho messo in quel posto, Tu sei il signore, tu non puoi equivocarti, ma non è questo ciò che i miei occhi vedono, il sole nasce da quel lato, si muove per tutto il giorno nel cielo e scompare nel lato opposto fino a tornare il mattino seguente, Qualcosa si muove realmente, ma non è il sole, è la terra, La terra sta ferma, signore, disse giosuè con voce tesa, disperata, No, amico, i tuoi occhi ti illudono, la terra si muove, compie dei giri su se stessa e continua a roteare nello spazio intorno al sole, Allora, se è così, fai fermare la terra, che sia il sole a fermarsi o che si fermi la terra, per me è indifferente purché possa farla finita con gli amorrei, Se facessi fermare la terra, non finirebbero solo gli amorrei, finirebbe il mondo, finirebbe l’umanità, finirebbe tutto, tutti gli esseri e le cose che vi si trovano, e persino molti alberi, nonostante le radici che li tengono aggrappati al terreno, tutto verrebbe scagliato verso l’esterno come un sasso quando lo liberi dalla fionda, Pensavo che il funzionamento della macchina del mondo dipendesse soltanto dalla tua volontà, signore, Ormai fin troppo la sto esercitando, e altri in mio nome, ecco perché c’è tanto malcontento, gente che mi ha voltato le spalle, e alcuni che arrivano al punto di negare la mia esistenza, Castigali, Sono fuori dalla mia legge, fuori dalla mia portata, non posso toccarli, la vita di un dio non è poi tanto facile come credete, un dio non è signore di quel continuo voglio, posso e comando che s’immagina, e non sempre si può andare diritto agli scopi, c’è da aggirarli, vero è che ho messo un segno sulla fronte di caino, non l’hai mai visto, non sai chi sia, ma la cosa incomprensibile è che non abbia potere sufficiente per impedirgli di andare dovunque la sua volontà lo conduca e di fare ciò che ritenga meglio, E noi, qui, domandò giosuè, con l’idea sempre fissa sugli amorrei, Farai ciò che avevi pensato, non ti ruberò la gloria di rivolgerti direttamente a dio, E tu, signore, Io spazzerò il cielo dalle nuvole che in questo momento lo coprono, questo posso farlo senza alcuna difficoltà, ma la battaglia dovrai essere tu a vincerla, Se tu ci darai incoraggiamento sarà conclusa prima che il sole tramonti, Farò il possibile, giacché l’impossibile non si può. Prendendo queste parole come un commiato, giosuè si alzò dallo sgabello, ma il signore disse ancora, Non parlerai a nessuno di quanto si è trattato qui fra noi, la storia che verrà raccontata in futuro dovrà essere la nostra e non altra, giosuè chiese al signore di trattenere il sole e così egli fece, nient’altro, La mia bocca non si aprirà se non per confermarla, signore, Vai e distruggimi questi amorrei. Giosuè tornò dal suo esercito, salì su una collina e di nuovo alzò le braccia, O signore, gridò, o dio del cielo, del mondo e di israele, ti imploro di sospendere il movimento del sole verso l’occaso affinchè la tua volontà possa compiersi senza ostacoli, dammi un’ora di luce in più, un’ora sola, non sia mai che gli amorrei si nascondano come i codardi che sono e i tuoi soldati non riescano a scovarli nel buio per compiere la tua giustizia, togliendo loro la vita. In risposta, la voce di dio tuonò nel cielo ormai spazzato dalle nuvole terrorizzando gli amorrei ed esaltando gli israeliti, Il sole non si muoverà dal punto in cui si trova per essere testimone della battaglia degli israeliti per la terra promessa, e tu, giosuè, vinci questi cinque re amorrei che mi sfidano, e canaan sarà il frutto maturo che ben presto ti cadrà fra le mani, avanti, dunque, e che nessun amorreo sopravviva al fil di spada degli israeliti. C’è chi dice che la supplica di giosuè al signore fu più semplice, più diretta, che lui si limitò a dire, Sole, fermati su ghibeon, e tu, o luna, fermati sulla valle di aialon, il che mostra che giosuè ammetteva di dover combattere anche dopo il tramonto del sole e non più che una pallida luna a guidare la punta della spada e della lancia verso la gola degli amorrei. La versione è interessante, ma non viene a modificare affatto l’essenziale, cioè, che gli amorrei furono sbaragliati su tutta la linea e che i crediti della vittoria furono tutti per il signore, che avendo fatto fermare il sole, non ebbe bisogno di aspettare la luna. A ciascuno il suo, com’è giusto. Ecco quanto fu scritto in un libro chiamato del giusto, che attualmente nessuno sa dove sia andato a finire. Per quasi un intero giorno, il sole stette immobile lì, in mezzo al cielo, senza alcuna fretta di scomparire all’orizzonte, mai, né prima né dopo, vi fu un giorno come quello, in cui il signore, giacché combatteva per israele, diede ascolto alla voce di un uomo.

José Saramago, Caino


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