Quasi giudizio finale

19 dicembre 2007

Il mio girovago far niente vive e si scatena nella varietà della notte.

La notte è una festa lunga e sola.

Nel mio segreto cuore io mi giustifico ed esalto:

ho testimoniato il mondo; ho confessato la rarità del mondo.

Ho cantato l’eterno: la chiara luna ritornante e le guance che invogliano l’amore.

Ho commemorato con versi la città che mi cinge e i sobborghi che si straziano.

Ho detto stupore dove altri dicono soltanto abitudine.

Davanti alle canzoni dei deboli, accesi la mia voce di tramonti.

Gli antenati del mio sangue e gli antenati dei miei sogni ho esaltato e cantato.

Sono stato e sono.

Ho legato con salde parole il mio sentimento che potè essersi dissipato in tenerezza.

Il ricordo di una antica viltà ritorna al mio cuore.

Come il cavallo morto che la marea infligge alla spiaggia, ritorna al mio cuore.

Stanno ancora accanto a me, comunque, le strade e la luna.

L’acqua continua ad essere dolce nella mia bocca e le strofe non mi negano la loro grazia.

Sento lo sgomento della bellezza: chi oserà condannarmi se questa grande luna della mia solitudine mi perdona?

Jorge Luis Borges, Luna di fronte

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