In memoriam, parte seconda

16 dicembre 2010

Qual è il momento più felice che ricordi, vecchio?
Oh, sono tanti – rispose il pescatore.
Il primo che ti viene in mente.
Tanti anni fa, in un giorno d'estate come questo, io e mio figlio andammo a pescare. Lui aveva otto anni. Camminando verso la spiaggia, incontrammo un campo di girasoli. Era sterminato, saliva su una collina come un'onda e poi la scavalcava e scendeva, tutto il mondo sembrava d'oro.
Entrammo nel campo. Nuotavamo in un mare frusciante, pieno d'odori e insetti. A ogni folata di vento, i fiori si muovevano tutti insieme, come fanno i banchi di pesci, nessuno dava l'ordine, sapevano dove andare. Ogni girasole era diverso dall'altro. Come le onde, e come i soldati. Io e mio figlio stavamo vicini. Io proteggevo lui e lui proteggeva me. Salimmo fino in cima alla collina e vedemmo un oceano grande assetato di sole. Poi ritornammo indietro. Un amico ci aveva visti. Perciò ho una foto di quel giorno. La guardo ogni volta che sono triste.

Bel ricordo, – disse la morte – ma cosa c'entra con la speranza? Tuo figlio è grande ormai. Il campo di girasoli forse non esiste più. Il tuo amico è morto. E tu non sai più pescare, sei quasi cieco, non riconosci un dentice da un'orata.
E tu non riconosci più i soldati dai bambini – disse il vecchio.
Il sole stava calando, i lampioni del lungomare si accesero e illuminarono le chiome delle palme. Lontano si vide il balenare di un faro.
Anche i segnali dei fari sono tutti diversi – disse il vecchio. Quello laggiù per esempio...
Non cambiare discorso – disse la morte, sfiorandolo con la mano. Allora, cosa speri per il tuo misero futuro, vecchio?
Il vecchio guardò lontano.
Spero di tornare ancora, insieme a mio figlio, in quel campo di girasoli – rispose.
Ma non succederà, – disse la morte, spazientita – morirai e non succederà!
Non ti arrabbiare, – rise il vecchio. Io morirò, è vero. Ma non puoi convincermi che non succederà. Non puoi niente contro questa speranza. Non c'entra la fede, né la paura. Neanche tu, qui vicino a me sulla Terra, sai cosa succederà.
La morte restò in silenzio.

E bada, – continuò il vecchio – anche se io decidessi di morire, se mi togliessi la vita, neanche allora mi avresti tolto la speranza. Tornerò in quel campo, con mio figlio.
La morte rise amaramente e tirò un sasso nell'acqua. Il sasso affondò senza rumore. Poi si alzò in piedi, e il vento le fece volare via il cappellaccio. Era piena di rughe, assomigliava al pescatore.
Ci vediamo domani, vecchio testardo. Ho lavoro sull'autostrada, stanotte.
Vacci piano – disse il vecchio.
Andate piano voi – disse la morte. Riprese il cappello, se lo calcò in testa e guardò il mare. Sospirò. Sembrava non avesse voglia di andarsene.
E dov'è questo campo di girasoli? – chiese.
Domani ti porto – disse il vecchio.

Stefano Benni, "I due pescatori", in La grammatica di Dio


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